Ciò che può essere sperimentato appare: complesso o semplice, complicato o semplificato. C'è grande differenza tra i termini. La complessità è caratteristica della vita e della relazione. Essa è resa semplice, cioè comprensibile e percorribile, quando elaborata. Se si osserva da vicino una comune foglia ci si accorge di quanto sia complessa nella struttura e nella funzione vitale.
Complicato è, ad esempio, un meccanismo di cui non è visibile, a prima vista, la correlazione tra gli ingranaggi. Così appare un concetto quando non si riesce a ripercorrere le connessioni sinaptiche del pensatore. Semplificato è ciò che è stato spogliato della complessità e, quindi, reso schematico. Un concetto esposto in modo semplificato proietta un'immagine sommaria e distorta. Appare più comprensibile, mentre, al contrario, sta velando la verità. È come disegnare il volto umano con due cerchi al posto degli occhi, un trattino per la bocca e una virgola per il naso. Semplice è ciò che è conosciuto dentro di noi. Non esistono cose semplici anche se la verità, quando svelata, è di una semplicità sconcertante. Tutto diventa semplice attraverso quel processo di conoscenza e assimilazione che prende il nome di esperienza. Come accade al cibo, prima va masticato lentamente e, infine, digerito.