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Focalizzare la mente al Bene

di Edoardo Conte

La maggior parte delle persone credono che per focalizzare la mente al Bene basti un’attenzione particolare verso l’oggetto della focalizzazione ed uno sforzo costante nel mantenerlo a fuoco. Ciò in parte è vero, ma riguarda solo la fase proiettiva della focalizzazione stessa.

Mantenere la mente centrata su uno specifico punto come un raggio laser che penetra la roccia è senz’altro un buon allenamento per chi vuole svelare i segreti dell’immaginazione creativa, e forgiare pensieri potenti; ma ciò non basta. Molteplici tecniche di visualizzazione, non ultime quelle messe a punto dalla Programmazione Neuro Linguistica (PNL) basano la loro efficacia su quest’assunto. Eppure non tutte le persone che le applicano ottengono risultati soddisfacenti. Quale è il motivo?

Una parte della risposta sta nella costanza dell’applicazione. Ogni tecnica richiede uno sforzo ripetitivo per produrre l’effetto voluto. L’allenamento paziente e tenace dell’atleta ne è un valido esempio. La tenacia è, a sua volta, frutto di una volontà ferrea che, tuttavia, pochi individui sono capaci di mantenere per il tempo necessario. Occorrono, dunque, volontà, tenacia e allenamento per tradurre un’immagine focalizzata nella mente in pensiero diretto al Bene e a realizzarlo in concreto. Eppure manca ancora un passaggio basilare per il successo finale!

Per comprenderlo occorre sapere che l’immagine proiettata dalla focalizzazione mentale è in realtà originata nella zona cerebrale che è preposta alle emozioni. L’immaginazione, infatti, è il prodotto dell’attività vibratoria del corpo emotivo che il cervello traduce in immagine. Tutte le immagini sono prodotte in questo modo, ma variano in efficacia secondo la frequenza vibratoria delle emozioni o dei sentimenti che le generano. Capita così che un sentimento d’odio generi un’immagine corrispondente così come un sentimento d’amore, sempre che l’intenzione di chi focalizza l’immagine sia coerente. Se, ad esempio, voglio focalizzare un’immagine di accoglienza verso una persona ma nutro nei suoi confronti un sentimento di opposizione, l’immagine risultante sarà oppositiva; ossia, rispondente alla frequenza vibratoria del mio vero sentire determinato dal mio reale movente. Ecco perché capita così spesso di desiderare una cosa e di ottenerne un’altra del tutto opposta.

Va detto che le emozioni a vibrazione bassa provengono dal corpo emotivo inferiore governato dal chakra del plesso Solare che determina l'aspetto personale e, quindi, egoistico dell'essere umano. La saggezza antica insegna, poi, che bisogna purificare le emozioni per ottenere pensieri cristallini; e dato che mediamente abbiamo motivazioni egoistiche, ecco che i sentimenti conseguenti non possono che rispecchiarle. Comprendiamo, allora, come sia relativamente facile ottenere separazione e conflitto e come sia difficile immaginare un mondo migliore. Per focalizzare immagini di Bene dobbiamo, infatti, saper aprire il nostro Cuore, che è collegato al corpo emotivo superiore, e farlo risuonare alle vibrazioni d’Amore. Solo il Cuore è capace di sintonizzarsi sulle frequenze più alte dello Spirito e generare immagini d’Unione.

Il segreto sta, dunque, nel Cuore e non nella mente. Il Cuore sa e vuole il Bene di tutti. Prima di focalizzare la mente, ascoltiamo il Cuore; sentiamolo battere al ritmo della concordia; sentiamo l’onda della cooperazione fraterna propagarsi da noi verso gli altri e solo allora, indirizziamo la mente affinché le immagini di Bene, Bellezza e Verità colorino per ogni dove.

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