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Gli incantatori e gli scrittori

Esistono, delle tante categorie in cui si possono incasellare gli esseri umani, due particolari che li contraddistinguono nelle relazioni con gli altri: i cosiddetti oratori o affabulatori, in una parola, gli incantatori, e coloro che argomentano, raccontano, descrivono situazioni o contattano il sublime, in una parola gli scrittori nella fattispecie dei romanzieri, saggisti e poeti.

Incantatori e scrittori delineano due modalità di approccio molto diverse, la prima conduce al convincimento degli altri, la seconda a scoprire la verità nascosta dentro di sé.
Alla prima categoria appartengono gli affabulatori e imbonitori che incantano le masse e le convincono ad “acquistare” il loro prodotto o la loro idea, come fece Hitler; alla seconda appartengono i pensatori che scrivono per chiarire se stessi, come fece Dostoevskij.
Chi incanta, al massimo, scrive le sue memorie, a testimonianza del carisma avuto; chi scrive lo fa per il bisogno interiore di portar fuori il tumulto di idee che lo tormentano dentro.

Due modi opposti di relazionarsi, l’uno col fuori, l’altro col dentro; eppure entrambi usando la "parola" come portatrice di forza. La forza persuasiva o la forza introspettiva?

L’incantatore è mosso dal desiderio di illudere se stesso ammaliando gli altri, e così, supplire al mancato riconoscimento di sé; lo scrittore è spinto, al contrario, dalla irrefrenabile forza a scoprire chi è nei confronti della vita, per trasmettere questa sua individuale scoperta all’ambiente circostante e, dunque, renderlo saturo della verità svelata. Nella scrittura è insita la ricerca della messa a fuoco. Come una lente che esplorando l’inconscio faccia emergere concetti e idee e li incastri tra loro per costruire edifici stabili, fatti di vetrate trasparenti alla luce.

Ebbene, abbiamo maggior bisogno di relazionarci col dentro per esprimerlo e sciogliere tutti i nodi che lo avvinghiano alle nostre viscere come un animale espiatorio; oppure relazionarci col fuori e convincere gli altri che la nostra visione del mondo è quella giusta e migliore?

A quale delle due categorie apparteniamo?

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