di Edoardo Conte
Tutti noi sappiamo che l’attuale sistema di relazione conosciuto come sistema economico mondiale fonda sullo scambio di beni, mediante vendita, secondo la legge di Domanda e Offerta che altro non è che la trasposizione umana della Legge divina di Domanda e Risposta. “Chiedi e ti sarà dato” è il mantra che interpreta alla lettera tale legge.
L’Umanità ha perlopiù applicato questa legge in chiave consumistico-commerciale, riducendone così il significato, ed espletandola in una trilogia di lavoro, produzione e denaro, al fine di creare benessere. Al lavoro corrisponde una produzione di beni che consente, mediante il sistema di banche centrali, di ottenere una retribuzione in denaro per acquistare i beni prodotti dal lavoro. È un sistema a circolo chiuso in cui i fattori in gioco funzionano se vi è materia prima per produrre merci, forza lavoro per costruirle e denaro in mano ai lavoratori di vario livello per acquistare i prodotti finiti.
Questo è il sistema capitalistico che funziona se i tre fattori: materie prime, lavoratore e denaro, stanno “bene”. Che cosa significa stare bene riferito alle tre componenti del sistema? Significa che ci devono essere abbastanza materie prime per produrre abbastanza beni, per soddisfare almeno le esigenze primarie di vita dei lavoratori. Quest'ultimi, a loro volta, devono avere abbastanza soldi per comperare i beni di cui necessitano. Quindi, occorre che stia bene anche il sistema bancario e quello finanziario, per immettere sul mercato il denaro sufficiente a soddisfare tale richiesta. "Stare bene" significa che i tre fattori devono essere in equilibrio dinamico e, al calare di uno, devono compensare gli altri come in un sistema a vasi comunicanti. Ciò a cui assistiamo ai nostri tempi, in cui l’automatizzazione della produzione sta riducendo sempre più la necessità di forza lavoro, è, invece, il fatto che la crescente mancanza di occupazione produce la diminuzione del potere di acquisto (leggasi denaro) dei lavoratori per comperare i beni necessari alla loro vita. Questo è il maggiore problema del sistema che mette in crisi i delicati equilibri su cui fonda.
Guardando in prospettiva, ci renderemo subito conto che la progressiva automazione del lavoro con l’ausilio di robot, algoritmi e tecnologiche sempre più potenti, renderà sempre più ridotto l’impiego di braccia e menti umane che, contrariamente ai robot avranno comunque bisogno di nutrirsi, vestirsi ed avere un tetto sotto la testa. Ci sarà dunque, bisogno di stampare e distribuire denaro a intere popolazioni che altrimenti non potrebbero comperare le merci prodotte dai robot. Non avendo lavoro la gente dovrà essere fornita di soldi in modo gratuito, pena la fine del sistema di scambio e della vita umana su questo pianeta.
Il Reddito di cittadinanza e altre forme gratuite di distribuzione centrale del denaro diverranno indispensabili; a meno ché non si giunga alla conclusione che in un sistema ad un passo dal collasso, si possa sostituire il denaro con altro strumento di scambio che, non potendo essere il baratto, troppo complicato in un mondo sempre più veloce, potrebbe essere il dono. Questa sarebbe la naturale trasformazione dell’energia cristallizzata che prende il nome di: soldi. Dal denaro… al dono.
Non ci saranno altre soluzioni possibili a meno di mutare geneticamente l’essere umano privandolo dell’apparato digerente ma anche di quello senziente; poiché la fame del desiderio è tanto reale quanto quella di uno stomaco vuoto. Ciò sarà più difficile che stampare soldi dal nulla o passare all’economia del dono. In fin dei conti, il sistema economico di scambio potrebbe diventare, per necessità di esistere, il sistema della solidarietà; e, scambiando beni, donarci anche un po’ di bene.
Incominciamo a pensarci ora se non vogliamo essere presi in contropiede dall’evoluzione che, a detta di tutti… è inarrestabile!