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Messaggio ai ricercatori

I - Se rifletti bene vedrai che ogni uomo ha la sua identità costruita dentro la sua coscienza. Se non ci fosse un livello sufficiente di coscienza, infatti, l'uomo non avvertirebbe la propria identità in maniera così marcata, e assomiglierebbe a forme di vita meno evolute come le piante e gli animali, che hanno minor coscienza, e quindi un minore senso di identità.

 

II - Se continui la tua riflessione, scoprirai che la coscienza di ogni uomo (e quindi la sua identità) è "ancorata" a qualcosa, qualcosa che costituisce, per l'appunto, il riferimento per la sua coscienza.

- Nell'uomo poco evoluto, che chiameremo tipo fisico, il riferimento, cioè 1'ancoraggio della coscienza, consiste in una microscala, in cui si trovano le persone e le cose che formano il suo immediato intorno: la sua famiglia, la sua casa, le sue credenze, i suoi colleghi di lavoro etc. In concreto, l'orizzonte della sua immaginazione non valica questi limiti e la sua esistenza non va oltre.

- Nell'uomo mediamente evoluto, che chiameremo tipo emozionale, la sua coscienza è ancorata a dei desideri e a degli ideali che danno senso alla sua vita e costituiscono il suo orizzonte. Nel tipo più rozzo domina il desiderio di arrivismo, di protagonismo, di ammirazione; nel tipo più raffinato compaiono ideali culturali, politici e sociali come l'amor di patria, la giustizia sulla terra, il soccorso ai deboli e così via. Tuttavia questi ideali sono vissuti, in fondo, come delle utopie, e nella realtà quotidiana il tipo emozionale li segue solo fin quando essi non intaccano il suo interesse personale.

Mentre quindi il tipo fisico vive concentrato nella microscala della sua piccola famiglia e delle sue piccole vicende personali, il tipo emozionale vive su una scala più ampia, ed è quindi capace di recepire aspetti più vasti della realtà che lo circonda. Ma, in concreto, tra il tipo fisico ed il tipo emozionale non vi è una distanza significativa perché in entrambi la coscienza è centrata sul proprio ego, anche quando appaiono impeti di solidarietà sociale e passeggeri slanci sentimentali.

- Vi è infine una terza categoria di uomini, quelli che chiameremo del tipo mentale, il cui ancoraggio della coscienza si trova su una scala molto più grande: una vera macroscala costituita dal cosmo. Il mentale ragiona in termini di grandi entità: la famiglia umana planetaria, i pianeti, i sistemi solari ecc... e ciò lo colloca molto lontano dagli altri due tipi.

Il tipo mentale, ancorato alla scala di riferimento cosmica, tende ad una sinergia con tutti gli esseri viventi, ed è quindi un convinto assertore della fratellanza universale. Egli cura di mettere in pratica questo suo aspetto, in quanto si rende conto di quanto siano inutili i piccoli egoismi ed i piccoli conflitti degli uomini, e di quanto è più intelligente e vantaggioso per tutti il sostituirli con una visione altruistica, comunitaria, con la propensione alla solidarietà e alla cooperazione.

 

III - Ma ben presto egli fa delle esperienze che lo scoraggiano: soccorre ma non è soccorso, ama ma non è amato, perdona ma non è perdonato, è disponibile ma non riceve disponibilità. Gli altri, che si ritengono "pratici" e "furbi", lo considerano stolto ed utopista.

 

IV -  Dopo questa fase amara di disillusione, in cui egli sperimenta un'immensa solitudine, comincia ad assumere un diverso atteggiamento, perché ha finalmente compreso che, sebbene a parole tutti si dichiarino entusiasti dell'idea di fratellanza, nella pratica la maggior parte degli uomini si comportano come animali alla continua ricerca di cibo per il proprio stomaco. Essi sono dominati da interessi egoistici, spesso incredibilmente bassi e meschini. 

II tipo mentale, in questo stadio della sua vita, incomincia a non rivolgersi più a tutti indistintamente, ma a ricercare quelli come lui, o almeno quelli che desiderano diventarlo. Si dà allora alla diffusione delle idee che lo animano e si impegna nell'associazionismo e nel volontariato.

 

V - Dopo diversi anni di queste attività una nuova delusione si abbatte su di lui. Ai suoi appelli, infatti, difficilmente rispondono le persone che stava cercando. La maggior parte delle risposte, invece, vengono dagli uomini di primo e soprattutto di secondo tipo, attirati dalla "stranezza" del messaggio stesso, così diverso dalla loro quotidianità, così "bello", così "esotico".

Tutti costoro formano un bel coro di persone entusiaste, che sembrano pronte a tutto pur di "cambiare il mondo". Ma quando si tratta di cambiarlo davvero, di arrivare cioè alla concretezza che richiede vero impegno, rinunce, energie, denaro ed altro, questi piccoli uomini si defilano uno dopo l'altro, come bambini ormai stanchi di un bel gioco (i giochi sono belli se durano poco), e tornano saldi alle loro egoistiche occupazioni quotidiane, quasi commiserando il tipo mentale che vuole "prolungare troppo il gioco", forse perché prende troppo sul serio ciò che invece non sarebbe che una bella utopia. Così finiscono per criticare ed alterare tutto ciò che il tipo mentale aveva detto loro, e che fino al giorno prima riscuoteva il loro interesse e la loro approvazione.

 

VI - Ecco, ancora una volta, l'uomo del tipo mentale sprofondare in una nuova, più profonda solitudine, in un mondo che egli scopre essergli ogni giorno più estraneo.

Comprende allora l'inutilità dei suoi sforzi, che erano come un voler cavare mele da una pianta di rape. Capisce così il valore, e la necessita, del silenzio... Parlare  fino a ieri gli sembrava un bene. Tacere oggi gli appare una scelta migliore. Così realizza finalmente, in profondità, ciò che sfugge ai più: gli uomini non sono tutti uguali. E capisce che quelli come lui sono pochi, pochissimi; sono così pochi che gli sembra difficile poterne incontrare uno.

 

VII - Non potendo entrare in contatto con i suoi simili, i suoi "Fratelli", egli intraprende allora un'altra fase della sua vita, che consiste nel chiudersi in un eremitaggio interiore  (una volta era diffuso anche quello esteriore). Egli partecipa, cioè, alla vita sociale, vita che è dominata numericamente dai tipi fisici ed emozionali, in misura minima poiché   interiormente egli è altrove. Infatti la sua mente e la sua coscienza vivono nella grande Scala cosmica, sconosciuta e inaccessibile alle masse, concentrate sui propri piccoli ego.

 

VIII - Dal momento che inizia il suo eremitaggio interiore, egli si separa per sempre dagli altri due tipi. Da questo momento egli distoglie il suo sguardo da essi, e dal mondo che essi formano, e lo rivolge verso l'alto. Ed è verso l’alto che indirizza le sue energie, il suo anelito e la sua ricerca. Egli compie gesti ed azioni, crea idee e pensieri, sempre riferendosi alla scala cosmica, e non si preoccupa più di acquisire riconoscimenti e seguaci. Scopre, cioè, che il distacco dal mondo non è per lui un peso ma, al contrario, una liberazione da una pesante e antica schiavitù. Si sente nel mondo e non del mondo.

 

IX - Diviene più profondo, più riflessivo. Nella sua mente incomincia a regnare la quiete; ed è allora che egli scopre che la sua solitudine è soltanto apparente! Lassù, sui piani mentali, c'e una grande realtà di cui egli fa parte per diritto: miliardi e miliardi di tipi mentali come lui, in continuo rapporto di comunicazione, di collaborazione e di fratellanza! Questa realtà contiene, spesso a loro insaputa, tutte le vite grandi e piccole. 

 

X - Ed egli percepisce sempre più la presenza solidale dei suoi Fratelli che, in verità, scopre essergli sempre stati vicini, sostenendolo con un amore infinito durante il suo difficile cammino di risveglio. Adesso sa che il piano mentale si esprime su altre frequenze, e che quelle da lui praticate in passato, dove prosperano i tipi fisici e i tipi emozionali, non erano adatte alla realtà dei tipi mentali.

 

XI - Egli apprende che i suoi Fratelli maggiori costituiscono quella Gerarchia spirituale che si occupa del corso dei pianeti e dell'evoluzione delle umanità.

 

XII - Dopo aver tanto viaggiato, faticato e sofferto nell'apparente solitudine, egli comprende di aver impiegato tutte le sue energie sul quel sentiero iniziatico alla sommità del quale sfolgora "la gloria di Colui che tutto move", quella Forza Suprema che governa l’universo, e che da sempre lo illumina con il Suo misterioso sorriso.

 

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