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Pensiero del giorno: Beati gli ultimi

Quando educhiamo un bambino che sta imparando a parlare e gli chiediamo di ripetere una parola ci accorgiamo che il più delle volte la dice al contrario storpiandola in modo buffo. Perché succede?

Perché il bimbo ricorda prima gli ultimi suoni, ossia, le ultime lettere che compongono quella parola poiché sono più prossime nella sua memoria.

Così imparano i corpi della persona quando ricevono l’istruzione dal proprio sé cosciente. Per questa ragione occorre costruire la forma di comando dalla fine al principio in modo che il principio, o proposito, posto per ultimo, sia il primo ad essere memorizzato immediatamente e imprima la direzione dell’attività creativa. In termini operativi, significa iniziare a creare nella mente pensando, dapprima, all’effetto che la forma manifesterà condizionando l’ambiente in cui verrà diffusa, per poi proseguire la costruzione focalizzando il significato che andrà ad imprimere nelle menti, e solo alla fine, collegarla al proposito o intenzione e causa che darà l’impulso a dirigerla in concreto.

Se gli “ultimi” sono i puri di Spirito allora saranno essi a indirizzare il mondo verso la salvazione.

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