Ci lamentiamo spesso di non riuscire a concretizzare le nostre aspirazioni; eppure, il motivo principale sta in noi. Non diamo importanza a mettere le radici. Ogni nuova creazione che scaturisca da un proposito è come un seme di intelligenza che dovrà germogliare se lo pianteremo in un terreno fertile e lo innaffieremo. In questa metafora c’è tutto il segreto della riuscita di una nuova creazione, sia essa una attività, un prodotto, una nuova relazione, oppure una guarigione!
Il seme è il progetto racchiuso in una scorza protettiva dura da penetrare; il che significa che deve essere costituito dall’essenza progettuale concentrata e protetta in un involucro di volontà impenetrabile. Una volta racchiuso il seme nella sua “culla” occorre piantarlo e farlo attecchire; e qui inizia una fase delicata che unisce l’amore alla volontà. Piantare un seme significa donarlo con atto di amore alla terra: la Madre che lo accoglierà nel suo grembo per portarlo in gestazione. Una volta affidato il seme alla terra che, nel nostro caso, è il corpo eterico, dobbiamo concentrare amore e volontà in modo che l’attenzione amorevole lo faccia dischiudere e inizi il processo di attecchimento. Se il seme emetterà radici sarà certo che attecchirà e il giorno propizio lo vedremo darsi alla luce in forma di germoglio. Il periodo di gestazione è il più rischioso, per cui dovremo mantenere lo sforzo proiettivo dell’intento finché non saremo certi che abbia attecchito. Ciò significa, che dovremo mantenere un impegno costante per tutto il tempo necessario a far sì che le radici abbiano presa nel terreno; sia che si tratti di dar vita ad una nuova attività, sia che riguardi il processo di guarigione da una malattia. Se vogliamo guarire dai nostri mali occorre procedere come per ogni altra creazione e vitalizzare la cura con amore, volontà, disciplina e discernimento.
Pensiero del giorno: Fare attecchire le radici
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