Dal crollo delle torri gemelle è in atto la strategia della paura che in questi anni ha condizionato i popoli della Terra e le politiche del consenso...
La strategia della paura è conosciuta da molto tempo. Tutti i centri di potere occulto se ne sono serviti per assoggettare i popoli. L’assunto è molto semplice: si crea un nemico, anche immaginario, che costituisca un pericolo imminente; poi si dichiara di avere un piano per proteggere la popolazione e sconfiggere il nemico; quindi, si chiede al popolo di concedere i poteri necessari per abbattere il nemico. In genere ciò che il popolo ottiene è una immediata restrizione delle libertà personali contrabbandata con l’esigenza di protezione e, quindi, un maggior controllo da parte del potere. A tutt’oggi, questa situazione permane sull’intero pianeta e condiziona i popoli senza una via di uscita. Il pericolo del terrorismo dai mille volti è sempre imminente nonostante le misure adottate e la gente è sempre meno libera di pensare, sentire ed agire.
La preoccupazione della classe politica mondiale ed anche della nostrana, è quella di rassicurare le masse facendo credere di fare tutto il necessario. In realtà si sta cavalcando la paura per ottenere più consenso. La spinta populista che avanza in tutta Europa lo dimostra, tanto da costringere i partiti progressisti ad inseguire quelli sovranisti in una perversa competizione. Ciò che occorrerebbe, al contrario, sarebbe riportare le masse entro i confini della ragione e fare coraggiose politiche di integrazione. Politiche possibili solo se metteremo al primo posto l'educazione; cioè, introdurremo nei programmi educativi la prima materia fondamentale: il rispetto... degli esseri umani, dell'ambiente, delle diversità, della vita. Se non lo faremo, la paura genererà ancora più paura e il rischio sarà quello di alimentare un “ciclone” talmente enorme da richiedere un sacrificio planetario per essere dissipato.