Salta al contenuto principale

Squilibri e cicloni

di Edoardo Conte

Il ciclone Haiyan sta rilasciando il proprio carico distruttivo. Di fronte a tanta furia siamo impotenti e allibiti; ma, nonostante morte, perdite e sofferenze inaudite, non riusciamo a cogliere il significato della ribellione delle forze della Natura che, sempre più, sconvolgono il Pianeta. Stanno ad indicarci che la strada intrapresa dall'Umanità non è quella giusta? Sono indicatori dello squilibrio mondiale?

Occorre riflettere attentamente e comprenderne il messaggio nascosto.

Come tutti i cicloni anche Haiyan è stato un vortice cattura energia che, però, è cresciuto a dismisura, diventando un gigante maligno. Una normale area ciclonica è un vortice che aspira aria dall’ambiente circostante alimentandosi energeticamente fino alla congestione, per poi scaricare il potenziale accumulato in altra zona. In questo modo, seguendo la legge di economia, che mira ad utilizzare in modo parsimonioso ed equo l’energia, per ottenere il migliore risultato con il minore sforzo, il pianeta Terra, tramite le formazioni cicloniche, cerca di equilibrare il potenziale energetico portando acqua e scariche elettriche fertilizzanti là dove serve.
 Occorre dire che anche la Terra ha qualche problema di equa distribuzione, altrimenti non ci sarebbero aree desertiche contrapposte ad altre lussureggianti. Anche il nostro caro pianeta non è perfettamente armonico poiché basa la sua esistenza, sull’alternanza degli opposti: caldo, freddo, secco, umido e così via. Forse è per questo che antiche scritture indicano la Terra non ancora pianeta “sacro”.

Detto questo occorre considerare che l’effetto serra, causato dall’abnorme sviluppo industriale, oltre che da altre concause naturali, fa sì che, nell’atmosfera pregna di calore, siano presenti grossi potenziali d’energia che, a loro volta, alimentano aree cicloniche sempre più grandi. È sotto gli occhi di tutti la tropicalizzazione del clima in Europa e la devastante forza distruttiva di tifoni, tornado ed uragani. Se la distribuzione dell’energia fosse più equilibrata, si formerebbero aree cicloniche dalla giusta dimensione che apporterebbero, come succede ancora nelle poche aree temperate del pianeta, il giusto apporto energetico. Quindi appare chiaro che vortici ciclonici di moderate dimensioni dislocati in una rete sinergica arrecano beneficio al sistema pianeta distribuendo equamente l’energia vitale.

Ora, non essendo un meteorologo, vorrei porre l’attenzione sull’aspetto analogico che riguarda cicloni e distribuzione delle risorse energetiche non solo riferito al pianeta ma anche all’essere umano ed ai massimi sistemi che da esso derivano. Anche l’essere umano è un “vortice energetico” che si alimenta di energia assimilandola dall’ambiente attraverso il cibo, l’acqua, l’aria e la luce. Fin qui tutto bene. A volte, però, succede che catturi energia vampirizzando altri individui assoggettandoli al volere personale.

Insomma, anche noi possiamo diventare degli enormi cicloni che succhiano l’energia degli altri per il proprio fabbisogno di potere, fama, soldi e forse anche gloria. Così come i cicloni possiamo divenire così saturi di potere egoico da diventare tremendamente distruttivi. A somiglianza, anche i cataclismi socio-economici in atto derivano dalla stessa struttura egoico-speculativa messa in opera da quella parte della Umanità che, per fame di potere, ha prodotto il ciclone “sistema globale”:  quell’enorme vortice alimentato da una forma-pensiero collettiva improntata sul benessere materiale, che sfrutta l’energia creativa degli individui trasformandola in competizione, commercio, consumo.

Sì, l’attuale sistema socio-economico è il più grande ciclone che progenie umana abbia mai alimentato; e come tutti i cicloni che crescono a dismisura, scarica la sua forza energetica in modo distruttivo. In altre parole, potrei dire che, il sistema globalizzato e globalizzante produce squilibrio e disarmonia a causa della enorme concentrazione di energia che non viene distribuita equamente, ma serve per alimentare ulteriormente l’”occhio” stesso del ciclone là dove risiede, celato, il cervello ma soprattutto lo stomaco e l’addome della piovra ciclonica, ossia: il sistema bancario mondiale.

Appare ora evidente che l’energia vitale, sia  quella offerta dall’irradiazione solare, che quella condensata nel flusso monetario dell’economia mondiale, debba essere distribuita in modo equo e libero, pena la disarmonia planetaria. Noi Umanità, Il nostro pianeta e il sistema da noi costruito come un mostruoso ingranaggio, abbiamo lo stesso problema: come interagire in modo equilibrato di modo ché l’energia fluisca liberamente senza addensarsi in abnormi gorghi ciclonici. Dovremmo, in pratica, evitare di accentrare troppa energia condensata; imparare a servirci dell’indispensabile senza ricorrere al superfluo; non accaparrare ogni sorta di cose per il desiderio di possedere od essere di più: il più bello, il più bravo, il più importante, il più ricco; imparando una volta per tutte che “più” non significa “meglio”.

Dovremmo ridimensionare il sistema economico e quello sociale.

A che serve globalizzare, produrre, competere, accaparrare, se poi 4/5 di Umanità non ha mezzi sufficienti per vivere?

A che serve addensare la popolazione in megalopoli industriali se poi diventano disumane?

A che serve alimentare enormi sistemi ideologico-politici se poi diventano cicloni forieri di conflitti, guerre e devastazioni?

Dobbiamo necessariamente rifondare il sistema socio-economico basandolo non più sulla globalizzazione ma sulla “glocalizzazione” (una globalizzazione localizzata rispettosa delle diversità), ossia sulla creazione di piccole comunità che interagiscono in una rete solidale dove la competizione è sostituita dalla cooperazione e la produttività dallo scambio equo. Comunità come cellule vitali, che privilegiano la terra e i suoi prodotti; che utilizzano fonti energetiche rinnovabili; che mettono a frutto la creatività umana anziché sfruttarne le menti e le braccia; che sono governate dalla collettività con ampia partecipazione e in cui la tecnologia è veramente al servizio dell’uomo per produrre servizi e beni di utilità sociale.

In definitiva occorre riscoprire la vera ricchezza nella pienezza delle relazioni sociali e nella sobrietà dei consumi materiali imparando ad utilizzare responsabilmente le risorse poiché, gli scambi unicamente commerciali, non rispondono ad una legge naturale della vita. Se sapremo fare ciò, diventeremo fonti inesauribili di energia che scambieremo pacificamente ed i cicloni non avranno più scopo di esistere. Adempiremo finalmente il compito di portare armonia sulla Terra.

Argomento