Le recenti catastrofi naturali che hanno colpito il nostro bel paese principalmente nelle regioni del nord-est hanno un significato che travalica la dimensione contingente. Innanzitutto le catastrofi naturali sono sotto il cono d’influenza del settimo Archetipo d’Ordine; seppur nella sua zona d'ombra.
Infatti, ciascuna catastrofe procura un cambiamento repentino dell’equilibrio dinamico andando a definire un nuovo ordine, anche se difficilmente percepibile dall’uomo, nell'immediato. In particolare, lo sradicamento di decine di migliaia di alberi delle zone boschive ha un rilievo analogico e metaforico. Le immagini dei tronchi abbattuti allineati nella direzione in cui li ha colpiti la forza del vento ciclonico, rendono visivamente l’aspetto ritmico dell’Archetipo d’Ordine. Non v’è dubbio che l’Umanità nel suo complesso stia attraversando un ciclo dedicato all’Ordine. Le spinte nazionaliste e separatiste in varie parti del mondo lo dimostrano. Ma l’applicazione del Principio d'Ordine è mal interpretata. Non si tratta di concretizzare l’Ordine mediante la protezione delle persone o il protezionismo economico; l’Ordine a cui la Natura ci chiede di prestare attenzione attraverso le catastrofi di sua competenza è quello armonico, ossia, l’Ordine che scaturisce dal ritmo vitale.
Che cosa significa, in pratica, ascoltare e assecondare il ritmo vitale?
Significa armonizzare le nostre relazioni in modo che ciascun individuo trovi il suo posto nella società in cui, per nascita o destino, si trova a vivere. Ogni essere umano abbia la sua casa, il suo lavoro, la sua famiglia e provveda secondo il suo talento e la sua capacità al bene comune. Questo è l’Ordine a cui il Principio divino richiede di unificarci: l’Ordine fraterno. Non a caso le zone più colpite dalla catastrofe sono quelle in cui il Principio d’Ordine fraterno è vissuto nel suo aspetto in ombra e, dunque, messo più in discussione. Riflettiamoci sopra!