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Pensiero del giorno: Dallo scontro al dialogo

La maggior parte delle persone non conosce la modalità del dialogo e del confronto ma solamente la forza dello scontro per stabilire il proprio dominio sugli altri. Lo vediamo ai massimi livelli nelle dispute dei politici impegnati a ottenere consenso piuttosto che adempiere al compito di promuovere il Bene comune. Lo cogliamo ancor più negli aspetti più vicini a noi quando siamo coinvolti nelle dinamiche di lavoro e in quelle famigliari.
Da che dipende?
Dalla nostra ignoranza sulle procedure della comunicazione o dalla nostra consapevole scelta di farne a meno. Nella maggioranza dei casi si tratta proprio di ignoranza della comunicazione a due sensi e della conseguente incapacità a esercitare l’ascolto. Nello scambio di idee e convinzioni prevale, il più delle volte, la necessità del singolo di imporre il proprio punto di vista esternandolo con forza emissiva costante così impedendo alla controparte di esprimersi. Ciò dipende in larga misura dalla nostra sofferenza che ci fa esprimere al 95 % del conflitto interiore che ci dilania, senza, ovviamente, esserne consapevoli. 
Il dialogo, al contrario, applica le fasi della comunicazione: una di emissione e una di ricezione o ascolto, in modo che quando il soggetto A è emissivo il soggetto B sia ricettivo e viceversa. Nella fase emissiva si espone la propria verità; in quella ricettiva si ascolta la verità dell’altro. In tutto ciò le due verità hanno modo di essere recepite, vagliate e accolte. Per arrivare a questa realizzazione coscienziale, dobbiamo fare ricorso a quel 5 % di piacere che alberga in noi.
La soluzione finale di questo approccio porta ad un incontro in cui avviene non solo una mediazione, ma una vera e propria interconnesione dei due soggetti. Connessione che arricchisce entrambi e fa trovare soluzioni concordi. Quando ci apprestiamo ad un confronto, ricordiamoci, dunque, della comunicazione a due sensi, così da renderlo un’occazione di dialogo che sprigioni armonia anziché risentimento e conflitto.
Così facendo ridurremo la percentuale di dolore interiore ed eleveremo quella di piacere, fino a che dolore e piacere saranno alla pari dentro di noi.

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