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Come nasce la Vita

di Edoardo Conte

germoglioVita è il termine che usiamo per definire l’impulso che le creature hanno a svolgere un compito e sviluppare così, qualità e caratteristiche, che al di fuori della vita rimarrebbero potenziali. Insito nel termine Vita vi è, dunque, un percorso di conoscenza alimentato dalle informazioni scambiate all'interno di un campo magnetico (spazio coeso), che via via ampliano la coscienza individuale e con essa, la Coscienza Una.  

È vitale quell'essere che manifesta qualità man mano più elevate in vibrazione. Una vita minerale, ad esempio, ha il compito di sviluppare la qualità intrinseca alla sua struttura molecolare. Il carbone ha il compito di divenire un diamante e così tutti i minerali; mentre i metalli devono sviluppare la loro nobiltà di funzione: da meno nobili a più nobili.  I cristalli hanno il compito di trasformarsi da pietre colorate a pietre preziose. Perfino la comune terra è vitale poiché nel suo DNA è, per così dire, celata la formula che la renderà una terra rara, con proprietà uniche. 

In definitiva, la vita è vita poiché ha in sé lo stimolo o progetto o addirittura, il programma di sviluppo. Per questo motivo il concetto di vita è dinamico. Non si può pensare alla vita senza comprendere in essa un principio motore. La vita è movimento, adattamento, cambiamento; in una parola: evoluzione. 

Detto questo, cerchiamo di comprendere come la volontà vitale prenda forma.
L’esempio del regno vegetale è di grande aiuto. Da un seme che contiene il progetto nasce la pianta. Quel seme ha bisogno di un ambiente adatto affinché la vita si sprigioni. Nel seme la vita è come congelata in uno stato latente che deve essere risvegliato. Occorre un attivatore che inneschi il processo vitale della crescita affinché la vita attecchisca. Non tutti i semi piantati, infatti, germogliano se non ricevono i nutrimenti di un suolo fertile, di acqua abbondante, di sole che li scaldi e… del periodo giusto. Già, il periodo dell’anno o addirittura del ciclo mensile è determinante per la semina di una pianticella. Lo vediamo pure nella femmina dei mammiferi e nella donna umana che, dal punto di vista della riproduzione è tal quale un mammifero. Non basta che il seme paterno sia immesso nell’utero; occorre che l’ovulo sia maturo, cioè pronto a ricevere il seme. Pur tuttavia, non sempre l’ovulo maturo è fecondato dal seme. Vi è un fattore, ancora a noi ignoto, che determina la fecondazione dell’ovulo, così come lo spuntare dei primi barbigli da un seme lasciato in un bicchiere d’acqua, come spesso accade quando la donna di casa col pollice verde tenta di farlo attecchire. 

E che cosa lo fa attecchire? Un coacervo di forze che si rincorrono nel gioco della vita tanto da sincronizzare il proposito all’effetto e combaciare il significato intrinseco all’estrinseco facendo collassare l’onda di probabilità nel baricentro di forza o punto di equilibrio e sintesi. La scienza umana non ha ancora penetrato il suo mistero ma guarda attonita ogni volta che il prodigio si compie.

Le forze in gioco sono, da sempre, due. La forza centrifuga e la centripeta. Chi le convoglia nel nostro mondo sono il Sole e la Luna: i due luminari che promuovono e assistono la vita su questo pianeta. La Luna col suo giro di danza attorno alla Terra ha il compito di bilanciare gli umori cosmici della dualità e da levatrice esperta, mischiarli, dentro il crogiolo, nell’elisir di vita. Dunque, è la Luna che madre di forme attiva la vita voluta dal Sole, padre di intenti.

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