di Edoardo Conte
Nel cammino di vita, incarnazione dopo incarnazione, imparando a conoscere se stessa e l’ambiente in cui vive, la coscienza, ciascuna coscienza incarnata, si relaziona attraverso le molteplici forme in cui, gioco forza, si identifica al fine di redimerle, sciogliendo gradualmente il Karma e così espandendo la propria visione esistenziale.
Il cammino della coscienza ha delle tappe che potremmo definire obbligate, in quanto procede dalla Madre verso il Padre per poi, una volta conosciuti entrambi, riunificarli entro di sé. Nasciamo dal ventre della Madre Materia — la matrice della vita — fecondata dal seme del Padre che contiene il progetto. La Madre lo accoglie in sé e lo porta in gestazione fino alla nascita della nuova creatura che sperimenterà il progetto del Padre dapprima attraverso la Madre, mediante il contatto e la relazione con il mondo delle forme. Sperimentando la Madre Materia nelle sue molteplici diversità, sperimentiamo la vita manifesta; ma quella vita contiene celato in sé lo Spirito del Padre. Quello Spirito preme entro ogni forma per essere svelato dalla coscienza e portato alla luce affinché il suo proposito diriga la coscienza stessa a evolvere. Così ogni essere umano è intento a conoscere se stesso dapprima mediante la Madre e poi al cospetto del Padre. In un certo senso l’Umanità, per sua condizione karmica, ha separato il padre dalla madre e, in questa limitazione, procede per gradi.
La conoscenza della Madre Materia avviene in modo naturale poiché nasciamo dal suo grembo e, quindi, siamo naturalmente condotti a sperimentarla e conoscerla attraverso la magia delle forme. La Madre Materia che su questo pianeta si incarna nella Madre Natura è, in altri termini, il Grande Deva o Spirito planetario che regola con le sue leggi: le Leggi di Natura, la crescita e relazione dei Regni minerale, vegetale, animale e, nella parte riguardante gli istinti, il regno umano. L’essere umano, a differenza dell’animale, possiede il libero arbitrio che lo rende libero di scegliere se conformarsi alle Leggi di Natura oppure no. La Legge di Natura regola la crescita attraverso i cilcli e sancisce, ad esempio, che il più forte sopravviva al debole e l’inferiore si sacrifichi al superiore.
Lo sciamanesimo è stato, dall’alba dei tempi, lo strumento magico della relazione con la Madre. Lo sciamano entra in contatto profondo con la Madre Terra a cui sono stati dati vari appellativi tra cui "Pachamama", e dentro di essa dialoga con gli spiriti di Natura o costruttori di forme affinché comandino gli elementali, cioè le piccole vite costituenti i quattro elementi della materia: le Fate o Silfidi dell’Aria, gli Gnomi della Terra, le Salamandre del Fuoco e le Ondine dell’Acqua, per indurli a costruire la forma da lui evocata. Egli agisce connesso alla rete eterica che unisce tutti i regni di Natura in un sol sentire; rete a cui appartengono i popoli primitivi come i nativi americani o gli aborigeni australiani, che essendo intrinsecamente connessi alla Madre del mondo, percepiscono gli accadimenti all'unisono. Ciò non vale per i popoli civilizzati d'occidente che hanno intrapreso un cammino evolutivo per cui solo la sfera istintiva risponde a quella rete mentre la mente tende a rispondere ad una rete neurale superiore. Ciò non è male né bene in entrambi i casi, ma segue puramente lo svolgimento consono all'evoluzione umana.
La rete eterica è la vera "internet" di Natura in cui tutte le informazioni arrivano allo stesso tempo a tutte le creature ad essa collegate. In questo modo opera la magia sciamanica per propiziare eventi naturali positivi per la comunità tribale quali la pioggia per un raccolto abbondante, o evocare lo spirito del bisonte per individuare nuovi territori di caccia. Lo sciamano agisce, per similitudine, in simbiosi con i regni e le entità di Natura. Così guarisce i suoi simili attraverso la danza rituale, imitando le posture di animali sacri o la forza degli elementi. Erbe, funghi, piante e tuberi sacri dal potere allucinogeno trasportano lo sciamano nelle dimensioni sottili della rete eterica ma anche in quelle del mondo astrale in qui la Madre si presenta in altre forme e dà visioni sublimi e illuminanti, oppure tetre e orripilanti, secondo il grado o livello della coscienza che le esperisce. Chi ne ha fatto uso sa di cosa si parla.
La dimensione astrale, per quanto contenga la memoria Akashica, cioè la memoria magnetica di tutto quanto accaduto al pianeta e all’Umanità, non è una dimensione spirituale. La sostanza astrale è quella di cui son fatte le emozioni; dalle vibranti di gioia alle frequenze basse della paura. Tutto è mischiato in essa, ed è difficile districarsi in quella diversità di forme dagli aspetti contrastanti. il nostro corpo Astrale, o delle emozioni e sentimenti, è fatto proprio di quella sostanza. Per questo motivo possiamo sentire contemporaneamente emozioni opposte. È uno dei tre corpi della persona assieme ai corpi Eterico/Fisico e Mentale. Non è corpo appartenente all’Anima, bensì facente parte della personalità umana; così come la dimensione astrale è al di sotto delle frequenze manasiche o della mente astratta, buddhiche o dell'Intuizione superiore; e atmiche o della ispirazione divina, che sono le bande vibratorie a cui risuona la nostra essenza animica, parte dell’Anima una.
In tutto ciò il Padre resta uno sconosciuto. Ma è parte del gioco.
Per conoscere il Padre che è il Pensiero creatore incarnato nel Logos planetario avente il compito di dirigere l’evoluzione mediante il proposito o progetto evolutivo, occorre, in certo qual modo, rinnegare la Madre, come avviene quando raggiunta l’età dell’adolescenza, ci stacchiamo dalle sue gonne per ricevere l’iniziazione paterna che sancisce la nostra maturità. Questo rito iniziatorio di pertinenza del Pater familiae è di basilare importanza per immetterci sul percorso creativo vero e proprio. In altri termini, conosciuta ed esperita la Madre dobbiamo necessariamente conoscere in profondità il Padre per divenire co-creatori ed assumere la responsabilità di costruire le nuove forme necessarie allo sviluppo umano su questo pianeta. Inseguendo il Padre perdiamo, per un certo tempo, il contatto materno; e con esso la connessione automatica alla rete di Madre Natura; ma ciò è altrettanto "naturale". I popoli che hanno sviluppato tecnologia e scienza, mediante il pensiero illuminista, pagano questo scotto affinché il Padre sia esperito quanto la Madre.
Il Logos del pianeta — Colui che chiamiamo il Dio Padre — è il Grande Essere che emana il pensiero causale; mentre lo Spirito planetario — Colei che chiamiamo la Madre Santa — è la matrice entro cui il pensiero di Dio prende forma; ossia, nasce alla vita. Chi agisce nella forma, come lo sciamano, sta agendo entro l’effetto e può modificarlo solo in parte, cioè rimpastando la materia come si rimpasta la farina per rifare lo stesso pane, magari con una forma diversa. Chi agisce nel pensiero creativo dà un nuovo imprinting alla forma cambiandone il significato. In questo modo fa rinascere la forma come la Fenice rinacque dalle sue ceneri totalmente rinnovata.
Il sentiero verso la casa del Padre è, tuttavia, irto di ostacoli e non ci mostra la vista di panorami paradisiaci come avviene, talvolta, spaziando nella dimensione astrale; nè tantomeno, ci stimola a praticare poteri fenomenici quali chiaroveggenza e chiarudienza. Sul sentiero del Padre si procede in disciplina, costanza e ritmo. Non si guarda fuori ma ci si vede dentro. Si scava nella propria interiorità scoprendo le maschere dietro cui ci nascondiamo per la paura di riconoscerci per quel che realmente siamo. Si penetra nell’ombra delle nostre abitudini peggiori, dei nostri difetti, complessi e vizi che dimorano nel subconscio, per portarli alla luce trasmutatrice dell’Anima. Il Padre ci segue in questo procedere e ci illumina per mantenere la direzione verso la sua casa attraverso la nostra meditazione quotidiana in cui, mediante il contatto animico, ci conforta e guida. Meditando il progetto divino del Padre ed esprimendolo in noi col perfezionare i corpi della personalità — che sono i veicoli attraverso i quali noi coscienze ci relazioniamo — costruiamo, infine, il Nuovo. Un "nuovo" modo di vedere le cose che immettiamo, con atto consapevole, nella rete eterica planetaria affinché lo Spirito del pianeta lo accolga e lo infonda in tutti i regni compreso l'umano. Con ciò ritorniamo alla Madre del mondo imprimendo sulle frequenze delle vecchie forme materiali una spinta che le redime; cioè, le innalza alla vibrazione originale degli Archetipi divini. Questo lavoro che dall'alto del pensiero creativo agisce sulla materia è il percorso attraverso cui la coscienza, indirizzando il libero arbitrio verso la direzione progettuale, sperimenta il Padre. Così la coscienza evolve modificando, nel tempo, le Leggi di Natura, per renderle più coerenti al piano d'Amore originale, per cui: "il lupo pascerà con l'agnello".
Tale opera esprime la Magia regia o rituale magico del Padre, che è la Magia del pensiero creativo focalizzato. La Magia che ora è bene si sviluppi per innalzare l’Umanità al di sopra delle frequenze astrali e farle dissolvere l’annebbiamento che quelle vibrazioni procurano. L’annebbiamento astrale è parte dell’illusione planetaria che induce l’Umanità ad agire attraverso la pancia invece che dal cuore. Il pensiero creativo, che si esplicita nella sintesi, vibra al di sopra dell'astralità poiché ispirato dalla visione della totalità del Progetto divino. Quando entriamo in quella dimensione, siamo nelle frequenze spirituali che dall’Anima ci fanno vibrare alla velocità della scintilla divina o Monade spirituale. Quell’essenza di noi che è parte del Padre; quella parte che è sempre dentro di noi e che in quella frequenza si svela alla nostra vista superiore e ci fa cogliere l'idea archetipica. Quell'idea, assunta dalla coscienza, precipita via via nelle frequenze animiche della buddhità, rivestendosi della sostanza sottile dell'intuizione, per poi divenire un'astrazione, colta infine dalla mente razionale che la concretizza in un pensiero irradiato dal cuore.
Si, non sembri strano questo paradosso. Quando la coscienza è sintonizzata col Proposito divino — il pensiero di Dio che è il vero pensiero d’Amore — è “colpita” dritto al cuore. Il cuore che sa senza bisogno di capire; il cuore che non guarda l’apparenza ma vede la realtà; che svela l’illusione perché è nella verità del Padre. Raggiunto e finalmente conosciuto il Padre nell’aspetto volitivo del creatore, diveniamo maturi per ricostruire, in Volontà, Amore e Intelligenza, le nuove forme della Madre. Possiamo così riconciliare in noi — Figli legittimi del Padre e della Madre — i nostri genitori, ritrovati e riuniti nel compimento del nostro meraviglioso viaggio d'Amore.