La condizione precaria dell'occupazione che attualmente colpisce i nostri lavoratori per varie motivazioni, non ultima la delocalizzazione delle imprese, ci porta a considerare quella che, dal nostro punto di vista, è la causa principale; ossia: il profitto.
Già il termine ha in sé un sapore negativo. Dalla parola profitto deriva il verbo approfittare che, non v’è dubbio, dia il senso a tutto “l’ambiente” economico-finanziario. La logica del capitalismo e del liberismo è, molto prosaicamente, fare soldi, approfittando di ogni condizione. In questo modo è giustificato il profitto. Per riequilibrare la produzione e lo scambio di beni basato sul profitto, occorrerebbe ritornare all’Etica: del lavoro, dell’Economia, del rapporto tra imprenditore e lavoratore, e dello scambio merceologico. L’etica pare scomparsa dal vocabolario per quanto riguarda la Politica in primis, e quindi, di rimbalzo, l’Economia, la Finanza e, non ultimo, il Lavoro.
L’imprenditore di oggi, nella maggior parte dei casi, non si pone alcuna domanda riguardante l’etica; o, se la pone, finisce per dire: “Se non lo faccio io lo farà qualcun altro”. In questo modo si lava le mani dalla responsabilità sociale. Ecco un’altra parola scomparsa dal vocabolario moderno degli imprenditori e, purtroppo, anche dal mondo dell’Economia: “Responsabilità sociale”. Prima del profitto dovrebbe esserci la responsabilità sociale di chi, avendo la capacità di intraprendere un’attività economica, industriale e finanziaria, cioè, l’imprenditore, dovrebbe occuparsi del benessere delle persone che ha sotto il suo dominio. Non sembri un termine sproporzionato quello di dominio; poiché chi occupa una posizione al di sopra di altri, inevitabilmente li domina; a meno ché, non sia così elevato in coscienza, da esercitare, da quella posizione dominante, un vero e proprio servizio all’Umanità. Se l’interesse principale dell’imprenditore, del finanziere e del banchiere è fare più soldi, cioè profitto, è logico che il benessere sociale dei dipendenti, dei lavoratori, ma anche di tutto il popolo, passi in secondo piano. Questo è il “male” attuale che espande la sua ombra non solo sull’Italia ma su tutto il pianeta.
Che fare?
Dobbiamo pretendere dai nostri politici, dagli imprenditori e da tutti i soggetti che gestiscono la ricchezza e il bene comune, di ritornare ad esercitare la RESPONSABILITA’ SOCIALE!