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Promuovere il Bene

Le cosiddette "Civiltà avanzate" promuovono il consumo di beni come "imperativo" per il raggiungimento del benessere individuale. Tutto è incentrato sulla produzione e vendita di merci, mirabilmente conseguite inculcando nelle menti dei consumatori una irrefrenabile necessità.

Stimolare il bisogno, far crescere il desiderio, è la strategia adottata dai sapienti persuasori palesi ed occulti. Sono state messe a punto le tecniche più sofisticate per convincere ed irretire. Dalle immagini subliminali alle massicce campagne pubblicitarie; dai gadget promozionali ai concorsi a premi; dai quiz televisivi alle "soap opera" quotidiane, il globale business del consumo tende i propri tentacoli multicolori ipnotizzando le masse. 

A giudicare dal risultato, il metodo è decisamente infallibile!

D'altra parte, non bisogna demonizzare gli strumenti adottati. Gli strumenti sono solo "utensili"; mezzi per raggiungere uno scopo. Non v'è colpa nella scelta dell'attrezzo; semmai vi è illecità nell'intento. E' sempre il movente, l'intenzione, che fa la differenza! Possiamo dunque utilizzare gli stessi mezzi per fini opposti.
Prendendo ad esempio l'energia atomica, possiamo constatare che può essere asservita alla salvezza o alla distruzione di vite. Non è essa stessa "malefica" o "benefica"; siamo noi esseri umani che ne determiniamo l'utilità! Possiamo quindi volgere verso la promozione del "Bene" e della cooperazione fraterna tutti quegli strumenti che, così scaltramente, abbiamo creato per convincere a consumare "beni".

Perché non lanciare massicce campagne pubblicitarie (e non sporadiche "pubblicità progresso") che diffondano i principi della tolleranza e della solidarietà?
Perché non produrre più finction che racconti di un mondo migliore; e programmi televisivi che diano voce alle iniziative umanitarie; e telegiornali che evidenzino le buone nuove cioè le notizie positive?
Perché non incentivare la onestà, la generosità e l'altruismo con premi e riconoscimenti sugli organi di informazione cartacei e radiotelevisivi?

Creiamo i gadget della fratellanza. Serviamoci delle immagini subliminali per trasmettere all'inconscio collettivo che "diverso è bello"; che "aiutare è buono"; che "cooperare è fantastico" come vincere una crociera nei mari del sud. Anzi: "Se cooperi vinci una crociera nei mari del sud".

Ben vengano gli sponsor (come già sta avvenendo) per promuovere solidarietà e volontariato; ma si faccia di più: si creino le "Multinazionali delle buone azioni" quotate in borsa!!! Che gli indici impazziscano per l'andamento giornaliero della buona volontà mondiale e della volontà di bene. Che i giornali parlino della ascesa della "United brothers company" o della crescita della "All the people together holding". Non è una follia. Può essere una splendida realtà. D'altra parte oggi sono quotate in borsa aziende che producono spettacolo: come le società calcistiche. Non si vede perché non potrebbero esserlo altrettanto le associazioni, gli enti e le comunità che producono lo spettacolo della riabilitazione alla vita?

Insomma bisogna pubblicizzare e propagandare l'inclusività e la comprensione amorevole con tutti i mezzi che la civiltà moderna mette a disposizione nei campi della comunicazione, della economia e della finanza.
Non scambiate questa nostra visione per una provocazione, magari immaginifica, ma alla fine utopica o irrealizzabile, perché è proprio quello che cercano di far credere le potenti forze della separatività e della materialità.

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